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Minimalismo e decluttering: due anni dopo, dove sono?

Era l’autunno 2019 e finalmente comprendevo perché non avessi mai voglia di stare a casa mia. Il mio appartamento era opprimente. Troppi mobili, troppi libri, troppi oggetti. Non c’era un punto in cui lo sguardo potesse posarsi senza trovare COSE da guardare, spostare. Non c’era una soluzione diversa da questa: alleggerirmi. E ho scoperto l’acqua calda, ovvero il minimalismo.

Sul decluttering si era già spesa abbondantemente Marie Kondo anni prima, anche se purtroppo al di là della foga momentanea all’uscita del suo libro, ben pochi hanno poi mantenuto la casa leggera e ordinata da lei decantata. Sul minimalismo, invece, mi dovevo necessariamente documentare, non sapendone niente. Mi sono imbattuta in tutto e nel contrario di tutto, finché non ho scoperto il Minimalism Game dei Minimalists.

L’idea era intrigante: far sparire dalla mia dimora 496 oggetti di troppo nell’arco di 31 giorni in modo progressivo. Lo scopo non è quello di buttare tutto, anzi: più oggetti di riescono a regalare, donare e riciclare, meglio è. Uno dei concetti alla base del minimalismo è proprio quello di voler ridurre il proprio impatto ambientale, quindi la discarica è davvero l’ultima spiaggia.

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Tra il 2020 e il 2022 ho fatto il Minimalism Game quattro volte, donando e riciclando circa 2000 oggetti tra libri, vestiti, gadget, giochi, persino cancelleria. Ho aperto più volte ogni armadio e cassetto, trovando sempre qualcosa di cui poter fare a meno. È stata anche una spinta notevole ad utilizzare un sacco di prodotti accumulati da tempo, e a sfruttare molto di più ciò che decidevo di tenere.

A due anni di distanza, però, sembra dovuto fare un bilancio e trarre qualche conclusione: tutto questo fervente decluttering e la rinuncia allo shopping sono serviti? Ho davvero una casa minimalista? Devo ammetterlo, la mia risposta è NI.

Sì, perché il mio guardaroba è circa la metà di quello che era nel 2019, e nonostante questo ho la percezione di avere più abiti e accessori di prima. Eliminare tutto ciò che di fatto non indossavo ha reso più visibile ciò che utilizzo con piacere, e reso la vestizione più veloce. Sono lontana dal minimalismo, ma la verità è che amo le mie scarpe e sicuramente la mia collezione crescerà.

No, perché ho comunque qualche pila di libri posata qua e là, nonostante ne abbia donati moltissimi a biblioteche, associazioni, bookcrossing e lettori del quartiere tramite la nostra social street. Il vano sotto il mio materasso è rimasto il buco nero che era, e anche se contiene cose che in una futura dimora avrebbero sicuramente un posto, al momento è un disastro.

Sì, perché ho eliminato tantissimi oggetti che non utilizzavo e non costituivano un valore per me e per la mia vita di ogni giorno. Gadget promozionali, regali che purtroppo non facevano per me e giacevano inutilizzati da anni, acquisti passati che non mi rispecchiavano più: ho regalato tutto, e ad oggi non mi sono mai pentita.

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No, perché sono ancora un po’ vittima del “ma in futuro lo userò/avrà un posto/mi servirà” e ho il fondo degli armadi pieni di oggetti validissimi, da cui però non traggo alcuna utilità. Per esempio, ho tre zaini, in tre diverse misure, e se va bene uso quello più grande due, tre volte all’anno. Potrei eliminare i due più piccoli? Certo. Li ho eliminati? Non ancora.

Sì, perché ho cambiato il mio modo di vedere “le scorte”. Le scorte sono un valore SE usi effettivamente ciò che le compone. Altrimenti sono solo spazio perso. In questi due anni, mi sono applicata per sfruttare appieno le mie scorte e le ho alleggerite anche donando tantissimo sia quando si caricavano i camion diretti al confine con l’Ucraina, sia quando associazioni e fondazioni chiedevano aiuto. Ho la fortuna di ricevere più di quanto mi serva, e invece di accumulare preferisco condividere. Un decluttering intelligente, insomma.

La mia casa è minimalista? Non ancora. Lo è più di due anni fa? Sicuramente sì. Da adolescente la mia scrivania era sempre disordinatissima, oggi vivo con la scrivania vuota. Non mi alzo mai dopo aver spento il PC senza aver messo via tutto ciò che lavorando ci è finito sopra. Ho rimosso quasi tutti i soprammobili, tazze e quant’altro fosse sulla mia libreria. Ma anche se il minimalismo con la M maiuscola le vorrebbe mezze vuote, io continuo a imbottirle con gioia di libri.

A questo proposito, qui potete sbirciare i nove libri che vorrei leggere tra fine agosto e settembre. E tre sono già felicemente su una mensola strabordante. Con buona pace di Marie Kondo.

Milanese di nascita e nel cuore. Vivo di digital marketing di giorno, e di letture matte (ma mai disperatissime) di notte. Bevo litri di tè nero, e colleziono tacchi alti, con cui riesco a non perdere mai un treno.

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