Documentari

RAFFAELLO. Il giovane prodigio, dal 21 al 23 giugno al cinema

Nel 2020 le grandi celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio (1483-1520) sono state messe in pausa dalla pandemia. Proprio per questo, ora che le sale cinematografiche e i musei tornano ad aprire le proprie porte, Sky e Nexo Digital hanno scelto RAFFAELLO. IL GIOVANE PRODIGIO come evento per la ripartenza della Grande Arte al Cinema. Diretto da Massimo Ferrari e nelle sale solo il 21, 22, 23 giugno, il docu-film si avvale di una voce narrante d’eccezione: quella di Valeria Golino.

Una celebrazione che si propone di festeggiare la ricorrenza legata all’urbinate, ripercorrendone arte e vicende umane, ma ancor più lasciando parlare la potenza di una pittura capace di attraversare i secoli. E di offrire emozioni e riflessioni inaspettate, soprattutto nei momenti più complessi della nostra storia.

Che cosa si può aggiungere che non sia già stato detto di Raffaello nel corso dei cinque secoli che ci separano dalla sua morte?

Difficile dirlo, in quanto Raffaello rappresenta un vertice assoluto, irraggiungibile, nella storia dell’arte.
Graziosissimo verrà definito da Giorgio Vasari , ma non dobbiamo attribuire a questo vocabolo il significato che potremmo dargli oggi, cioè “carino”, “leggiadro”, ecc.

No, Raffaello veniva reputato grazioso in quanto “pieno di grazia”, una grazia “divina” che si estrinsecava nella sua incantevole arte, ma non solo. Raffaello era grazioso anche nel modo in cui si rapportava con gli altri. Con modestia e bontà lui sapeva stare con tutti e gestire qualsiasi situazione. Affabile ed eleganti di modi e di aspetto, Raffaello era dunque l’esatto opposto del suo grande rivale, Michelangelo. Il Buonarroti, il più grande artista di tutti i tempi, era infatti scontroso, solitario, nemico del fasto e del lusso, troppo consapevole della propria grandezza per rapportarsi con gli altri, incline a scontrarsi col resto del mondo anche per un nonnulla.

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La grazia di Raffaello viene fuori in tutto il suo splendore in un interessante documentario intitolato Raffaello. Il giovane prodigio, dove la vita e le opere del pittore di Urbino vengono raccontate seguendo un particolare filo conduttore.

Quello del rapporto di Raffaello con l’universo femminile che ha influenzato la sua vita e le sue opere.
Se a uno di noi viene chiesto di ricordare almeno un’opera del pittore, scommetto che facilmente quest’opera sarà una delle sue meravigliose Madonne.

Ma non solo madonne. Dal ritratto presunto della madre, morta quando lui era bambino, a quello di Elisabetta Gonzaga, Signora di Urbino e sua prima protettrice, ai celeberrimi ritratti di nobildonne fiorentine. Ci saranno anche splendidi ritratti maschili e poi gli affreschi delle Stanze Vaticane, dove Raffaello mostrerà la sua abilità anche come pittore di storie, capace di rendere perfettamente l’ambientazione fisica e architettonica, gli abiti dei personaggi e i volti degli stessi, volti che sapranno esprimere i moti dell’animo.

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Autoritratto, Raffaello © Gabinetto Fotografico delle Gallerie degli Uffizi Firenze. Su concessione MiBACT.

Tutto questo vedremo nel documentario sino ad arrivare al ritratto forse più famoso, quello della donna da lui amata negli ultimi anni di vita, la cosiddetta Fornarina.
Proprio a questo personaggio e al suo soprannome è legata una piccola sorpresa per lo spettatore. Un motivo in più per conoscere questo sublime artista e la sua arte o semplicemente per concedersi una visione rasserenante di grazia e bellezza.

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