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MasterChef: incontriamo i finalisti!

MasterChef ha visto concludersi ieri sera l’edizione più vista degli ultimi tre anni. La finale ha conquistato 1.040.372 spettatori medi e il 3,87% di share, e ha visto trionfare Francesco Aquila.

Il cuoco amatoriale pugliese e residente in Emilia-Romagna, maître di sala e docente di sala, è stato proclamato vincitore dai giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo, Giorgio Locatelli. Per lui, 100mila euro in gettori d’oro e la possibilità di pubblicare il proprio ricettario con Baldini&Castoldi.

Sul podio anche Irene Volpe, ventiduenne di Roma laureata in design, e Antonio Colasanto, venticinquenne dottorando in chimica alimentare di Novara. Quarto classificato Monir Eddardary, 29 anni, disoccupato di origini marocchine e residente a Bevagna (Perugia).

Ospiti della serata due chef eccezionali: Chicco Cerea, tre stelle Michelin con il ristorante “da Vittorio” a Brusaporto (Bergamo), e il numero uno al mondo nella classifica “50 Best Restaurants”, Mauro Colagreco, tre stelle Michelin con il suo “Mirazur” a Menton.

Abbiamo potuto incontrare i finalisti, ed ecco cosa ci hanno raccontato!

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Irene Volpe
Irene, com’è nato il tuo menu per la finale?

Durante la mia vita, quando mi sono trovata di fronte a delle difficoltà, ho sempre reagito disegnando. Quando ho pensato il menu è accaduto lo stesso. Se avete intravisto uno schizzo nel mio menu, è ciò che mi ha guidata: è l’espressione di ciò che sono. Riesco a esternarla solo schizzando in modo istintivo quello che sento dentro.

Cosa ti ha fatto capire di te stessa partecipare a MasterChef? E qual è stato il momento più difficile?

Il tempo a MasterChef mi è parso allo stesso tempo accelerato e dilatato, ma ho imparato a seguire di più l’stinto. Il momento più difficile è stato quello della preparazione del menu per la finale. Dovevo far uscire la parte più profonda di me, e non è stato facile far confluire ciò che sentivo in qualcosa di preciso e strutturato.

Se pensiamo al tuo inizio, molto timido, e poi al tuo arrivo in finale, possiamo dire che tu sia esplosa.

Per me la cucina era un campo nuovo, venendo dal design. Appena entrata ho realizzato di saperne molto meno degli altri, e mi sono messa a studiare. Solo durante le prove, superandole una dopo l’altra, ho capito cosa mi piacesse della cucina. Ho imparato a non mettermi sempre in discussione, a seguire le emozioni del momento.

In che misura le tue radici hanno influenzato il tuo rapporto con la cucina?

Sicuramente le mie radici romane hanno influenzato la mia cucina. Soprattutto pensando ai ricordi legati alle ricette della nonna!

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Antonio Colasanto
Antonio, il tuo cuore di ghiaccio sembra essersi sciolto.

All’inizio ero molto concentrato sulla sfida e sulla vittoria, e questo mi rendeva freddo. Poi ho capito di potermi aprire, anzi, di doverlo fare. Il mio menu della finale era fatto di emozioni e di ricordi. Anche se non ho raggiunto il mio obiettivo di vincere il programma, non tornerei indietro.

Ma è davvero una sconfitta?

Non ho raggiunto l’obiettivo della vittoria, ma credo di aver vinto lo stesso nel momento in cui ho imparato ad aprirmi alle emozioni. Per Francesco (Aquila) nutro una grande stima e con c’è stata una sana competizione.

Cosa ti ha insegnato MasterChef, e che progetti hai per il futuro?

Ho imparato a gestire e condividere una parte di me, e questo mi sarà utile nel pianificare il mio futuro. Completerò il mio dottorato, ma lavorerò anche per tradurre la mia passione per la cucina in un lavoro.

Monir Eddardary
Monir, sei stato il concorrente più vivace di questa edizione.

Molti mi giudicano una persona che non dà peso alla vita, e credo che mi abbia aiutato ad arrivare in finale. La mia spensieratezza mi ha aiutato a legare con tutti, e questo ha fatto sì che i compagni non mi assegnassero mai piatti impossibili. MasterChef per me è stato un gioco, l’ho ripetuto spesso. Mi sono goduto ogni prova, emozionandomi e restando me stesso.

Spensieratezza, ma anche tanta voglia di migliorarti piatto dopo piatto.

Ero consapevole di essere uno dei meno preparati, ma ho cercato di leggere la situazione che avevo di fronte, e fare del mio meglio. Una mia caratteristica è di essere spensierato in tutto ciò che faccio, ma non vuol dire che non ci tenga. So riconoscere i miei limiti, e li vedo come punti di partenza da cui migliorare e andare avanti.

Gara esclusa, cosa ti ha colpito di più di questa esperienza televisiva?

Le telecamere non hanno influenzato il mio percorso, Ho fatto come se non esistessero. A questo proposito mi scuso, perché non mi accorgevo ci fossero e quindi mi sono comportato come sempre nella vita di tutti i giorni. La produzione ha fatto un lavoro immenso, e nonostante le difficoltà del momento è andata benissimo. Non credevo ci fossero così tante persone dietro un programma.

Quale “nuova tendenza” vorresti vedere in cucina?

Grazie a MasterChef abbiamo notato che esistono ingredienti importanti e al contempo sconosciuti, presenti sul nostro pianeta e in grado di sostituirne altri. Per esempio, le meduse. Sono per la ricerca di nuovi ingredienti da inserire nella cucina di tutti i giorni.

MasterChef Italia , in onda su Sky Uno/+ e on demand, è prodotto da Endemol Shine Italy.

Milanese di nascita e nel cuore. Vivo di digital marketing di giorno, e di letture matte (ma mai disperatissime) di notte. Bevo litri di tè nero, e colleziono tacchi alti, con cui riesco a non perdere mai un treno.

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