HALO, la recensione delle prime due puntate
HALO, l’attesissima serie originale Paramount+, in Italia è disponibile da lunedì 28 marzo su Sky Atlantic. Dal 24 è però possibile vederla su NOW e on demand su Sky in lingua originale.
Ambientata nell’universo narrativo creato nel 2001 con il primo “Halo” per Xbox®, la serie mette in scena un epico conflitto del 26° secolo tra l’umanità e una minaccia aliena nota come Covenant.
Abbiamo potuto vedere la prima e la seconda puntata in anteprima, ed ecco cosa ne pensiamo. Rigorosamente senza spoiler!
Produzione e distribuzione
HALO è prodotta da SHOWTIME® in associazione con 343 Industries, assieme alla Amblin Television di Steven Spielberg. Produttore esecutivo è Steven Kane, assieme a Steven Spielberg, Darryl Frank e Justin Falvey per Amblin Television in collaborazione con 343 Industries, il regista Otto Bathurst e Toby Leslie per One Big Picture, e Kyle Killen e Scott Pennington per Chapter Eleven. Kiki Wolfkill, Frank O’Connor e Bonnie Ross sono i produttori esecutivi lato 343 Industries. La distribuzione internazionale della serie è affidata a Paramount Global Distribution Group.
La trama
Scritto da Kyle Killen e Steven Kane, il drama sci-fi è ambientato nel 26° secolo, dove Master Chief (Pablo Schreiber) è l’unica speranza di salvezza per una civiltà spinta sull’orlo della distruzione dai Covenant. Che altro non sono che un’inarrestabile alleanza di svariate razze aliene dedita all’annientamento della razza umana. In questo universo, esistono potenti armi di distruzione di massa, la cui origine risale all’antichità, che in mano ai Covenant sarebbero fatali per l’uomo. La missione di Master Chief è quindi quella di trovarle prima di loro.
Un ruolo chiave è quello della dott.ssa Catherine Halsey (Natascha McElhone), brillante e imperscrutabile creatrice dei supersoldati Spartan, di cui Master Chief, anche conosciuto come Spartan-117, è il massimo rappresentante. E per i fan della saga di videogiochi, ritroviamo anche Cortana (Jen Taylor), la più avanzata intelligenza artificiale della storia umana e, potenzialmente, la chiave per la sopravvivenza della razza.
La nostra recensione
Guardate Halo su uno schermo di almeno 25 pollici, e a tratti vi sembrerà di essere precipitati nel vostro videogame preferito. Tramite un montaggio che concede ben pochi momenti di calma, e una trama che si sviluppa e si annoda su se stessa ogni pochi minuti, la visione delle prime due puntate sembra durare pochi minuti. Fotografia ed effetti speciali impeccabili la rendono un prodotto televisivo che non sfigurerebbe sul grande schermo, e un cast azzeccato fa il resto.
Se a Pablo Schreiber spetta un compito gravoso, trasmettere l’impassibilità di Master Chief e allo stesso tempo la sua graduale presa di coscienza, a Natascha McElhone spetta quello ancor più gravoso di tenere lo spettatore sul bordo della sedia, mentre scopre piano piano le sue carte. A chi sia davvero leale la dottoressa, se ai suoi superiori dell’UNSC (United Nations Space Command) o al suo stesso progetto, se a Master Chief o alla sua preziosa Cortana, lo scopriremo solo arrivando alla fine della stagione.
Ottima spalla per Schreiber è, sin dall’inizio, Yerin Ha nei panni della giovanissima Kwan Ha. Il padre viene ucciso durante un attacco dei Covenant sul pianeta Madrigal, proprio davanti ai suoi occhi, e Master Chief decide di portarla con sé. Questa decisione sarà la prima di una serie di azioni che, a volte, prenderanno lui stesso di sorpresa, mentre il contatto con la prima arma recuperata si rivelerà, per lui, particolarmente intenso.
Ci è piaciuta? Moltissimo. E anche se dobbiamo ancora vedere le puntate successive, abbiamo appreso con gioia del rinnovo per una seconda stagione. Godibilissima e appassionante a prescindere che si conosca o meno il videogioco, merita uno schermo dignitoso. Vi ripagherà dello sforzo con ore di adrenaliniche spedizioni da un pianeta all’altro, combattimenti, colpi di scena. Da vedere!
HALO è su Sky Atlantic ogni lunedì alle 21:15, e su NOW e Sky On Demand in lingua originale dal giovedì precedente.