Roberto Costantini, e la sua Aba Abate sempre in guerra
Roberto Costantini regala ai lettori un nuovo capitolo della storia di Aba Abate. Una donna in guerra (Longanesi) è arrivato in libreria questo mese, ed abbiamo intervistato l’autore per scoprire qualcosa di più. Ecco cosa ci ha raccontato!
In Aba convivono due opposti, e questo la rende incredibilmente veritiera e realistica. Qual è la tua fonte d’ispirazione?
Mi sono ispirato a tutte le donne che mi circondano da sempre. Ho sempre avuto le donne accanto a me sul lavoro, e sono sempre state donne come lei e come voi. Con lavori complicati, in cui per essere brave quanto gli uomini dovete essere più brave di loro. Allo stesso tempo a casa avete gli affetti, in cui hanno un ruolo centrale e fondamentale. Dovete essere perfette sul lavoro e perfette a casa, perché la società e il mondo del lavoro avvantaggia gli uomini. Aba si è fatta strada in un mondo così.
Ancora una volta, una perfetta ricostruzione degli ambienti nazionali e internazionali. Pur essendo una storia di ampio respiro, a emergere è una guerra intima, tra Aba e Ice. Entrambe sono sedute sulle proprie macerie. L’una della sua vita sentimentale, l’altra della sua vita lavorativa. Il senso di questo scontro può essere autodistruggersi per poi ricostruirsi?
Ho discusso a lungo sul titolo del libro, perché volevo Una donna e due guerre, proprio per indicare questi due conflitti. Il conflitto tra Aba e Ice c’è ed è reale, concreto. Aba rischia di non ottenere la custodia dei figli a causa della sua assenza, ed emerge così l’impossibilità di conciliare i suoi due mondi. Quello lavorativo, che la vede impegnata in Libia, e quello degli affetti, che la vorrebbe a casa con i suoi figli.
In entrambi i romanzi, è evidente che ci sia un’analisi curatissima della politica italiana ed estera. Il ruolo della ricerca, per poter raccontare con così tanti dettagli entrambi i mondi, è cruciale.
L’aiuto dell’intelligence è stato assolutamente fondamentale. Altrimenti non avrei potuto dare concretezza al mio romanzo. Nel caso dell’intelligence, il loro lavoro si concentra su difesa e prevenzione. Il meccanismo narrativo è quindi molto diverso da quello del thriller, che vede un poliziotto o un detective indagare su un crimine già avvenuto.
Un personaggio come quello di Aba per molti versi è respingente, ma alla fine ci si trova a condividerne emozioni, paure e preoccupazioni.
Quali tratti del tuo stesso carattere senti che sono confluiti nel suo? E quanto c’è di Aba Abate in Roberto Costantini?
Una bellissima domanda, perché io sono in effetti molto più simile ad Aba che non al mio commissario Balistreri. In certi tratti del suo carattere le somiglio molto, e lei somiglia a me.
Rispondo anche alla tua riflessione iniziale. Quando uno scrittore scrive può avere due approcci: voler vendere molto, o voler scrivere qualcosa che sente vero. Puoi scrivere Aba come una persona profondamente empatica e piacente, ma sarebbe infinitamente meno vera. Soprattutto pensando al lavoro che fa.
Chiudiamo con uno sguardo al futuro. Uno dei temi affrontati dal tuo romanzo è quello del tradimento. Aba tradisce e viene tradita, ed entrambe le sue vite si trovano così a un punto di svolta. Quanto il tradimento e le sue conseguenze condizioneranno l’evoluzione del personaggio?
Quello del tradimento è uno dei grandi temi. Alcuni dei film più belli e importanti si basano proprio su un grande tradimento, per esempio. Il tradimento che Aba fa e quello che subisce sono collegati, e si influenzano a vicenda. Nel terzo romanzo, che vi riporterà indietro, a quando questa storia ha inizio, sarà chiaro quanto questi due tradimenti siano facce di una stessa medaglia.
La verità è che tutti, a un certo punto, ci si rende conto che a prescindere dai soldi guadagnati e dai risultati ottenuti, conta chi ci circonda, e chi lo fa con lealtà. Quanti amici veri hai? Con chi puoi parlare di ciò che senti nel profondo?
Una donna in guerra di Roberto Costantini (Longanesi) è già in libreria.