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Douglas Stuart, dalle miniere di Glasgow al Booker Prize

Lo scorso novembre, Douglas Stuart e il suo romanzo Storia di Shuggie Bain (Mondadori) sono stati premiati con l’ambito Booker Prize. Un riconoscimento che sancisce uno straordinario successo di pubblico e di critica. Lo abbiamo intervistato in occasione dell’uscita del romanzo in Italia, ed ecco cosa ci ha raccontato!

Il processo di scrittura ha impiegato molti anni. È scontato chiederle se il risultato finale, successo presso i lettori incluso, sia quello che si aspettava?

No, affatto. Come Shuggie, sono cresciuto in una famiglia povera a Glasgow. Lì, nessuno pensava che avrei potuto avere un futuro da scrittore o da accademico. E infatti ho iniziato a lavorare nel settore tessile, e poi nella moda, raggiungendo un’ottima posizione. Ho però sempre amato leggere e scrivere, e nel 2008 mi sono seduto a scrivere la storia di Shuggie Bain. Può sembrare curioso, ma a lungo mi sono rifiutato di ammettere di stare scrivendo un romanzo. Avevo interiorizzato così nel profondo molte delle insicurezze che mi avevano trasmesso da bambino da rendermelo impossibile. Perciò scrivevo, scrivevo, scrivevo senza pensare ad altro. Dieci anni a scrivere e riscrivere, correggere e limare, senza fretta ma anche senza un traguardo in mente. Sono stato fortunato perché, quando ho deciso di provare a pubblicare il mio libro, ho incontrato un editore che ha detto di amare le 900 pagine della mia prima stesura. E perché si è detto disponibile a darmi sì delle linee guida, ma confermando l’interesse a pubblicarmi anche senza modifiche. Ciò che non è cambiato è il ruolo centrale di Agnes, e del rapporto tra Agnes e Shuggie.

Ruolo centrale atipico, quello di Agnes. La letteratura e il cinema che hanno affrontato il tema della situazione dei minatori a Glasgow relegano di solito le donne sullo sfondo.

Sono d’accordo: esiste molta letteratura sugli anni Ottanta a Glasgow e la situazione dei minatori, ma si parla solo degli uomini. Tuttavia, la spina dorsale delle comunità erano le donne. Ed è risaputo che, in un qualsiasi contesto, quando gli uomini fanno fatica, donne e bambini pagano il prezzo più alto. Il patriarcato vigente faceva sì che le loro storie non venissero raccontate, e io ho invece voluto farlo. Del resto, sono cresciuto in un mondo di donne, ed ero io stesso molto vicino a mia madre.

Se avessi raccontato questa storia dal punto di vista di un uomo, avreste letto di scioperi e cantieri. Nel caso di Agnes, vedete invece un personaggio che non ha alcun controllo ma che deve gestire comunque una situazione difficile. Agnes è una donna ambiziosa, con dei sogni che il mondo non le permette di veder realizzarti.

Il tuo rapporto con la città di Glasgow?

Mi hanno chiesto spesso se volessi bene a Glasgow. La scrittura è stata anche ciò che mi ha ricondotto a casa, in fondo. La verità è che forse Glasgow non offriva granchè a un ragazzo omosessuale come me, Douglas Stuart, in quegli anni. Dopo la morte di mia madre non aveva senso per me restare, e New York mi ha dato u a nuova casa. Dall’altro lato, io non credevo che il mio libro sarebbe stato pubblicato. E quel libro è una lettera d’amore per Glasgow, non sempre piena di elogi ma profondamente sincera.

Quali sono i suoi riferimenti letterari?

Se devo citare un autore, sicuramente Thomas Hardy. Ho pensato spesso a Tess dei d’Uberville e a Jude l’oscuro. L’atmosfera tetra dei romanzi di Hardy la ritrovo anche nella mia scrittura. Molta dell’ispirazione viene però anche da Charles Dickens, o dalla letteratura americana.

shuggie bain

Storia di Shuggie Bain di Douglas Stuart (Mondadori) è già in libreria, al prezzo di copertina di 21€.

Milanese di nascita e nel cuore. Vivo di digital marketing di giorno, e di letture matte (ma mai disperatissime) di notte. Bevo litri di tè nero, e colleziono tacchi alti, con cui riesco a non perdere mai un treno.

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