Dieci giorni di silenzio per tornare ad ascoltarci
Niels Lyngsø, autore e traduttore danese, ha partecipato a un ritiro del silenzio. Dieci giorni di silenzio (Longanesi) è il resoconto della sua esperienza.
Niels è un poeta, un traduttore, un giornalista. Le parole non sono mai state un problema per lui. Improvvisamente, però, cominciano a sfuggirgli e Niels si trova alle prese con un completo blocco dello scrittore. Deciso a risolvere la crisi e armato di una buona dose di scetticismo, si iscrive a un «ritiro del silenzio», dieci giorni dedicati alla meditazione nella foresta svedese. Sembrerebbe facile, invece non lo è affatto.
Sin dal primo giorno nel campo buddhista, Niels si scontra con una difficoltà insormontabile a cui nulla lo aveva preparato: svuotare la testa dai pensieri. Nel campo sono banditi telefonini e computer, libri, strumenti musicali, perfino carta e penna. Stare in completo silenzio, senza poter scrivere e comunicare con nessuno, non sembra uno stato naturale per un essere umano. Invece si rivelerà il punto di partenza per un viaggio incredibile all’interno di sé, un’esperienza potente che lo condurrà a scoperte radicali.
«I dieci giorni di silenzio mi hanno scaraventato su un’altalena emotiva che mi ha scosso profondamente. È stata la cosa più difficile che abbia mai fatto, mentalmente e fisicamente, e mi ha dato una consapevolezza tutta nuova, di me stesso e del mondo.»
C’è un motivo se la nostra mente, nella cultura asiatica, è definita mente scimmia. Per il suo costante saltare da un pensiero all’altro, da un’idea all’altra, senza riposo. Senza tregua. Quante volte ci siamo sentiti così, in balìa di troppi pensieri e incapaci di “spegnerci”?
Niels Lyngsø si imbarca nella difficile impresa di dieci giorni di silenzio totale, in forma orale e scritta, per un motivo. Per ritrovare le parole che crede di stare perdendo. Quello che scopre nel suo percorso di meditazione, che lo porta nella foresta svedese, è che smettere di parlare vuol dire tornare a sentire. Ad ascoltare, e ad ascoltarci.
Impossibile seguirlo nei suoi dieci giorni di silenzio senza trovarsi a riflettere sul respiro, sui movimenti e sul linguaggio. Su quanto effettivamente comunichiamo, nonostante il flusso di parole e messaggi in cui siamo immersi. Non vuole essere una guida alla meditazione, ma i passaggi in cui il lettore si sente preso per mano sono numerosi.
Viene voglia di prenotare un volo, spegnere il cellulare e iniziare ad ascoltarsi? Assolutamente sì. Ma soprattutto, viene voglia di ritagliarsi uno spazio, nella quotidianità, per smettere di dire e tornare a sentire. A sentire davvero. Consigliatissimo.
Dieci giorni di silenzio di Niels Lingsø (Longanesi) è disponibile in libreria.
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